Pitture e artisti |
Articolo critico della Dott.ssa Melinda Miceli
L’universo artistico di Anna Maria Guarnieri, magistralmente compiaciuto,
movendo da un’ispirazione ricca di contenuti letterari che affondano le radici
nella cultura esoterica e nelle teorie ermetiche di Dante, è orientato alla
fruizione di un pubblico colto.
L’Artista archeologa ha realizzato quadri per le istituzioni e famosi stendardi come quello del Palio dei Balestrieri di Gubbio o quello di Volterra, Signa, San Gimignano. Nata a Sesto Fiorentino ha frequentato l’Istituto d’Arte e le sue prime esposizioni risalgono al 1970, ma già nel 1973, dimostrava di aver acquisito padronanza tecnica ed essenzialità della pennellata.
La pittrice dal perimetro estetico del simbolismo magico compie una parabola
evolutiva, che scardina i limiti ingannevoli fra realtà ed apparenza,
percorrendo un vero e proprio viaggio iniziatico nella storia, esplorando e
indagando ideali, enigmi, silenzi, templi, icone, per dare voce alla dimensione
profonda e ideale dell'essere alla ricerca di un punto di unione con la realtà
sensoriale.
Le sue figurazioni ornate da una disciplinata ricerca formale
dei dettagli sono tratte da repertori compositi come la storia antica, la
mitologia, la religione, ma anche da simbologie orientali ed alchemiche.
La lezione dei Surrealisti appare sublimata, l'emozionale nigredo supera il
magma oscuro dell'inconscio, dove adeguatamente celati in un linguaggio ricco di
richiami e
allusioni
criptiche, si fa strada un’arte suggestiva, evocativa, allusiva, che filtra
tutti i simboli della nostra civiltà in un cerchio di citazioni che va dagli
Incas agli Egizi ai romani, ai babilonesi, al dio sole, alla letteratura
ermetica di Dante.
L’artista esterna le sue tematiche in un linguaggio
dominato dal sogno, dal soprannaturale e in questo caleidoscopio intellettuale,
aspetti sottaciuti del Dolce Stilnovo come la donna angelo diventano lo specchio
della perfezione celeste, filtro tra apparenza e sostanza, all’interno di
un’indagine pittorica volta a scavare nel proprio destino e nei misteri della
vita. In una dimensione “rediviva” libera di immaginare il supporto pittorico,
di procedere guidata dall'istinto, concepisce opere-simboli dell'Anima
penetrando e ritraendo il segreto incantesimo, aprendosi alle visioni e ai
legami con cui la natura affiora nell’implicito caso e contesto percettivo,
giungendo catarticamente alla trasfigurazione di un risultato che esterna
l'interpretazione divina del Creato in relazione alle avvenenti armonie
naturalistiche. Scavando negli abissi dell’introspezione umana attraverso la sua
dimensione esistenziale del tempo e il suo spazio inconscio, invoca nel suo
universo segnico, l’essenza dell’essere e alti valori nascosti tra maglie di un
simbolismo onirico e poetico dove i misteri dell’anima si mostrano ai nostri
occhi ora celati, ora disvelati.
La misura e la natura del tempo, mistero sfuggente, transita nella sua mistica
poetica da ente universale a portale multidimensionale dove coesistono tempi
paralleli nello spazio legati dal movimento e dove tempo e spazio sono collegati
in un moto verso lo spazio celeste che influenza lo scorrere del tempo. Le porte
raffigurate nelle pittosculture che appaiono enigmaticamente chiuse, sono invero
per Anna Maria Guarnieri portali astrali che attraverso i simboli e i colori si
affacciano sulla dimensione metafisica per lasciare emergere l’ideale divino di
pace e sincretismo tra le civiltà e dei sentimenti umani rielaborati tra storia
e leggenda.
La creatività unita alla sua sensibilità giocano un ruolo fondamentale nella
realizzazione di opere che faranno scuola sul piano stilistico dove
l’impostazione dimensionale, la sapienza del segno e della disposizione delle
cromie, restituisce un’ottima resa delle immagini con dovizia di mezzi
artistici. Lo stile di cui si veste questo colto teatro dell’anima è
caratterizzato dall’alternanza di tonalità ombrose e luminose condensate di
carismatico mistero in un raffinato decorativismo, che sconfina spesso
nell'allegoria.
Operando nella direzione del sentire e dell’essere in una dimensione ideale
rileggiamo il perfezionismo di opere magnifiche come
“Amor che move il Sol e l’altre stelle”,
paesaggi incantevoli, scorci mirabili, strutturati da pennellate fluide e colori
ultraterreni, metafore anch’essi di trasparenza e enigmi sottesi in un profondo
anelito di bellezza e di armonia celestiale.