![]() Pitture e artisti |
Articolo critico del Prof. Gerardo Pecci
La
ricerca pittorica di Anna Maria Guarnieri si colloca sull’asse più classico e
vigoroso di una moderna sensibilità coloristica, unita ad una rigorosa visione
della realtà, trasfigurata attraverso una personalissima e intensa empatia che
la lega a luoghi, a cose e a oggetti quotidiani. Nei suoi dipinti aleggiano
atmosfere e colori che denotano una solida formazione artistica che riecheggia,
a volte, i ricordi e le calde e atmosferiche pitture della grande stagione
coloristica dei Macchiaioli e la pittura impressionista e post-impressionista.
Si tratta però di una trasposizione emozionale che agisce a livello inconscio,
che produce una sorta di epifania moderna del colore, unita a un’altrettanto
rigorosa ricerca delle forme e dei particolari e li “carica” di ricchi
significati simbolici.
Per Anna Maria un paesaggio non è mai sempre e solo
una raffigurazione, una banale veduta di alberi, di montagne, di fiumi, di mari,
di cieli e cose, perché dietro si cela un universo semantico che rimanda a
significati profondi e duraturi che appartengono alla sfera emozionale
dell’artista.
Una
porta non è mai solo una semplice porta, ma è un paravento che cela un universo
immaginato, che non è visibile se non attraverso la potenza dell’immaginazione;
ma può essere anche il simbolo di un mistero, di un qualcosa che “non si deve
vedere”, che perciò va protetto, tutelato.
Un pozzo, per esempio, è il
simbolo ancestrale dell’acqua: è il segno tautologico dell’acqua e ne
rappresenta il luogo della sua naturale dimora fisica; è fonte di vita e
strumento di purificazione. Anche le pietre antiche di case e muri cadenti sono
il potente ricordo visivo di un passato che si mostra ai nostri occhi in maniera
prepotente. Sono pietre che suscitano in noi tanta nostalgia, tanta pietà
per una storia lontana eppure presente davanti a noi, con tanta voglia di
penetrare tra le fessure che legano le pietre e poter entrare nell’intimità
stessa del passato conoscendone, finalmente, i segreti, proiettando noi stessi
in una dimensione “altra” che però è viva dentro di noi, nelle pieghe più
nascoste e nei reconditi ripostigli della nostra esistenza. Basta saperla
riconoscere questa nuova dimensione, basta volerla leggere, ed ecco che un
universo segnico si dischiude ai nostri occhi e ci fa amare ancora di più, più
intensamente, il mondo e le cose.
E’ questa, dunque, la magia dell’arte, la purezza catartica della pittura
di Anna Maria Guarnieri. E’ una pittura colta, intrigante, che racchiude
analogie e significati, sentimenti opposti ed emozioni nascoste che si annidano
nei meandri di un simbolismo che prima nasconde e poi rivela la verità delle
cose. I colori, in questa particolarissima poetica della realtà, rivestono un
ruolo fondamentale perché vogliono proporsi come gli strumenti privilegiati di
una visione che non solo cerca di rivelare i volti nascosti delle cose, ma
servono a creare una propria realtà: formano un universo nell’universo, formano
un fraseggio armonico che coesiste con i significati reconditi delle immagini e
ne rappresentano l’anima più potentemente poetica. In tal modo la pittura della
Guarnirei costringe l’occhio dell’osservatore a “saper vedere”, a raccogliere
stimoli e a rileggere il senso della vita con una diversa e più matura
consapevolezza che la realtà è ben più complessa di quello che sembra, con le
sue luci e le sue ombre, con i suoi dubbi e le sue incertezze, con i suoi
entusiasmi e le sue speranze, e l’arte può offrirci un’occasione preziosa per
capire la complessità della vita nella sua apparente banalità quotidiana, ma
ricca di mistero ed emozionalità.
La pittura di Anna Maria Guarnieri fa da filtro tra apparenza e sostanza, tra
l’incapacità umana di leggere nel proprio destino e la volontà di scoprire il
mistero della vita, per tentare di dare una risposta ai grandi interrogativi sul
senso stesso dell’esistenza umana, alla ricerca di un equilibrio esistenziale e
psicologico sempre più difficile da ritrovare nella corsa quotidiana, affannata
e inutile, contro il tempo. E l’orologio del tempo pittorico batte le ore con
ritmo certamente più sereno che non quello, vorticoso e alienato, in cui tutti
viviamo, travolti da un’ansia mortale che ci ammorba e ci toglie il respiro. E’
il tempo rasserenante dell’arte quello che ricerca la pittrice, è il tempo che
ci mette di fronte a noi stessi e ci invita a riflettere, a pensare che dietro
la metaforica porta chiusa, anzi sigillata, da improbabili lucchetti, vi è un
mondo nascosto che vuole emergere: è quello della verità della vita, dei
sentimenti e delle emozioni. Sono i sentimenti più caldi e veri dell’essere
umano, sono i sentimenti dell’anima che solo l’arte sa donarci con la sua
funzione eternatrice, che va al di là della mera temporalità cronologica per
donarci i significati e i valori più veri e profondi della nostra vita, della
nostra esistenza quotidiana. E l’arte di Anna Maria Guarnieri viaggia proprio in
questo senso, sui binari dell’anima.