Pitture e artisti |
Articolo del critico d'arte Dott.ssa Federica Giobbe
Gli ingranaggi dell'anima di Anna Maria Guarnieri
Spesso ci si sofferma muti, sull’importanza che scaturisce quando un artista
riesce ad unire tradizione e ricerca, identità e fantasia, cuore ed anima.
Anna
Maria Guarnieri, nella sua rigorosa indagine di senso, persegue ed incarna
proprio questi aspetti interiori. E’ una di quelle artiste che, nata in seno ad
una tradizione dalle caratteristiche nette e profonde, ha saputo percorrere con
sensibilità
e rigore una via del tutto personale ed originale; affiancandosi negli anni ad
un simbolismo quasi arcaico, antico e remoto, aprendo la propria ricerca al
dialogo tra arte e tempo e traducendo nella materia pittorica, la necessità di
una riflessione su se stessa e sul proprio rapporto con la spazialità.
Alcuni
segni ricorrenti nella sua pittura filosofica, possono essere definiti
“elementi- Guarnieri”, distintivi di un linguaggio iconico e simbolico, d’imprintig
metafisico, che permangono immobili nella memoria dello spettatore più attento e
curioso: alberi, animali, muri ed ingranaggi come simboli alchemici e classici
di un’epoca passata, divengono presenze ineffabili che partiscono sulla
superficie della tela una certa sicurezza allo sguardo.
Le sue tele sono come
lavagne che accolgono i pensieri più nascosti; dove le immagini di miti attuali
sono enigmi non da risolvere, ma da comprendere. Architetture quasi cadenti, in
bilico, in cui ogni elemento compositivo è legato ad una riflessione silenziosa
ed introspettiva, piuttosto che al disagio che spesso il pericolante porta con
sé.
Agli occhi e all’anima dell’artista la vita, oggi, ha regalato magici
momenti d’infinito che ha saputo condividere con tutti noi in un
linguaggio
semplice ma colto, quasi accompagnandoci per mano, in luoghi che mostrano un
desiderio di isolamento dal caos per rifugiarsi idealmente in quell’universo
sommesso e scomposto che è la sua più accesa creatività.
Un’arte, quella della Guarnieri, fatta col cuore che parte ed arriva al cuore; dove simboli e pensieri
di antropologica memoria si fanno semplici allegorie di un mondo lontano ma
vicinissimo. Nel corso degli anni accademici, tutta la sua opera prende spunto
dall’osservazione accorta della realtà a lei più intima e vicina.
La Guarnieri
affronta temi diversi rivisitando con sapiente intelligenza e sensibilità, fasi
della storia delle civiltà arcaiche e moderne con la sua pratica artistica e la
sua cultura profonda, avendo il merito di aver resuscitato diverse istanze
pittoriche, riportando con semplicità la figurazione al centro narrativo,
regalando nuova luce alle sue emozioni più vere. Nella pittura di Anna Maria
Guarnieri, infatti, come incipit ereditato dal surrealismo, la narrazione induce
il
fruitore ad un’azione di riconoscimento e di auto-analisi di sé e del proprio
spazio in un’atmosfera al limite dell’onirico.
Immagini evocative come in “segregazione” sono delicate riflessioni a cuore
aperto sulla libertà lesa e mancata della natura, ed appare ovvio come le sue
vedute urbane o marittime come in “chiamata
celeste”,
condensino sulla tela cambiamenti atmosferici e continue
trasformazioni del luogo ritratto; un’operazione sofisticata di sintesi e
compressione del tempo reso immagine con abile sentimento.
Nella sua poetica
espressiva prendono vita, nel medesimo spazio, una moltitudine di tradizioni
culturali e religiose, che si incontrano in un unico grande meccanismo cosmico
chiamato “esistenza”. Il mito è rivisitato in chiave attuale ma mai banale,
memoria di un passato che vive nel presente, dove ancora una volta, l’ordinario
viene trasformato in straordinario. Il tempo, per l’artista, è sacro ed ogni
istante serve a costruire quel piccolo patrimonio di ore buone che devono
restare nella vita di ognuno di noi e danno senso ad un respiro.