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Anna Maria Guarnieri

Il critico d'arte Sergio Pesce racconta la pittura della Guarnieri

Il critico d'arte Sergio Pesce e la Storia come esperienza comune, nei dipinti di Anna Maria Guarnieri

Articolo del critico d'arte Sergio Pesce Il critico d'arte Dott. Sergio Pesce

Le opere di Anna Maria Guarnieri si legano le une alle altre, perché nella storia che esse rappresentano sono organicamente connesse, come fasi necessarie allo svolgimento della nostra esperienza comune.
Questi diversi atteggiamenti, maturati da un'unica dialettica aiutano la conoscenza dell'arte e l'educazione a saper guardar oltre le singole rappresentazioni, come intendeva fare il simbolismo. L'artista è simbolista nel rimando all'idea che vuole ridisegnare la sua funzione iconografica per accettare il suo nuovo significato, qui mediato dal contesto pittorico, frutto dell'incontro tra gli stati d'animo espressi dalla letteratura ed il mezzo espressivo, esemplificato dalla mano sicura della Guarnieri.
Effige quindi del connubio letteratura e arte, la sua pittura esprime la passione del contenuto più puro, ovvero dell'intuizione lirica, esigendo l'attenzione di un pubblico accorto affinché possa viverla attraverso lo spirito onirico che essa stessa evoca.
Il rapporto fra il pubblico e questi dipinti, trasforma il primo nel vero soggetto della rappresentazione. Il senso quasi umanistico della poetica dell'artista ci aiuta a cogliere il rapporto continuo tra noi e la storia, quindi la nostra esperienza. Vincolo inscindibile perché ci determina e ci suggerisce le risposte ai nostri quesiti, se solo gli dedicassimo maggior attenzione. Il triplice dilemma esposto in pittura da Gauguin Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? sottolinea proprio questa realtà che oggi l'artista Guarnieri coglie partendo dalle origini stesse del simbolismo. Alla base della sua ricerca vi è il movimento in puro senso ideista. Nell'ipotetica ruota che muove il mondo nel tempo, l'ingranaggio diviene protagonista. I suoi dentelli gli permettono di ruotare e muovere altri oggetti meccanici producendo quindi un effetto. Allo stesso modo anche l'uomo entrando in contatto con i suoi simili, conferisce vita all'esperienza che come abbiamo già detto, oggi chiamiamo storia.
Questo continuo richiamo al senso celato, trova soluzione riflettendo su ciò che vediamo raffigurato nelle sue opere. Osservando con attenzione il dipinto nella sua completezza simbolica ci fornirà la chiave per aprirci al vero significato, spesso nascosto da una porta. Aprendo questo ostacolo che l'uomo stesso ha creato, lo spettatore abbraccia una nuova coscienza introspettiva legata alla comunità. Verso la libertà infinita L'opera Verso la libertà infinità, incanala l'agire della Guarnieri nei binari più consoni alla sua stessa tesi, che potremmo considerare a questo punto influenzata da un impegno sociale in senso simbolista. L'uomo proprio perché parte di un meccanismo comune, spesso tende a dimenticare ciò che lo circonda negandosi libertà concettuali insite nella sua mente. Nonostante questa spiccata sensibilità la pittrice compie un percorso diverso dal suo predecessore Jan Toorop. Essa rimane fedele ad una pittura concreta e materiale utile ai suoi scopi, senza abbandonarsi al linearismo.
La storia volutamente decontestualizzata, quasi metafisica nella sua espressione pittorica ci porta ad apprezzare dipinti come Omaggio all'Impero. Influenzata evidentemente dalla pittura Pompeiana, l'artista esorcizza il dramma realmente avvenuto nella città campana, inserendo l'ingranaggio simbolo di progresso. Oggetto tradotto in puro movimento verso il quotidiano quindi alla volta dello spettatore, ora fermo a riflettere sul dipinto. Tale sviluppo non lo si deve intendere in senso vasariano, ma nell'ottica storica come la stessa Guarnieri ci invita a fare, soffermandoci a riflettere sul rapporto tra esseri umani. Omaggio all'ImperoSe l'ingranaggio è simbolo tangibile dell'avanzamento, al tempo stesso lo divengono i due sposi ritratti. Essi infatti in una concezione aristotelica rappresentano la famiglia in potenza. Quindi progressività e continuità dell'uomo nelle epoche.
Il racconto pittorico dell'artista, sulle fasi evolutive del percorso umano, evoca quelle opere divenute simboli per l'intera comunità. Sono quindi esse stesse degli elementi riconoscibili per ogni epoca di appartenenza. Potrei suggerire un parallelismo con i famosi "paletti" della storia introdotti dallo storico tedesco Marc Bloch alla metà del Novecento. Elementi utili a contestualizzare il nostro passato. In fondo stiamo parlando della stessa essenza di quella materia ben conosciuta dall'artista che è la storia dell'arte.
La Guarnieri per far funzionare il suo processo simbolico denota una forte conoscenza della disciplina, impiegandosi essa stessa come storica. I suoi saggi scientifici sono queste tele che rapiscono il pubblico con la suggestione congenita della materia. L'aspetto dualistico "l'arte per l'arte", insito nella pittrice, è esso stesso simbolico ove il richiamo dell'antico diviene protagonista del dipinto e permette all'uomo di considerarsi soggetto in senso comunitario.
I suoi dipinti sono una sinopia di un affresco storico che spetterà a noi completare attraverso i mezzi che lei stessa ci fornirà e che noi dovremmo essere in grado di comprendere.