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Stampe e riproduzioni d'arte su tela

Stampe e riproduzioni d'arte su tela

Anna Maria Guarnieri

Il critico d'arte Sandra Lucarelli racconta l'arte

Articoli critici della Prof.ssa Sandra Lucarelli inerenti la pittura dell'artista archeologa Anna Maria Guarnieri

La pittrice Anna Maria Guarnieri Visibilum: nell'intenso piacere artistico della creazione di
Anna Maria Guarnieri

Articolo della Prof.ssa Sandra Lucarelli Sandra Lucarelli

Nel percorso lirico, che avvolge indelebili estensioni epocali, la leggenda ha un quesito esistenziale perché è alle origini di ogni creazione.
È la narrazione della terra, denominata con tanti nomi: Gaia, Gea, Astarte, Mater Matuta, seguendo gli intenti onomatopeici dai Latini, ai Greci, ai Fenici, agli Etruschi ... una però è l'identità perché unica è la matrice della “madre" che nutre tutti i suoi figli.
Il termine “matrice" contiene in sé la radice della parola “madre", vale a dire la generatrice del genere umano e la radice unica ed irripetibile di tutto ciò che ci circonda.

La creta del Mito erige le città e di ciò è ben consapevole Anna Maria Guarnieri, che seguendo gli assunti del quadrato magico, “tenet opera rotas“ è lei la “sator“, la seminatrice del segno e del disegno, colei che con l'aratro del suo pennello, incide il solco sulla tela o scolpisce le sue pitto-sculture, consacrando così l'opera d'arte che nasce dalle sue mani.
Anna Maria si fa dunque artefice di una ricerca armoniosa tra la nostra e le civiltà del passato: Romani, Etruschi, Greci, popoli mesopotamici e dell'America Latina, tutti uniti in una convulsa metafora di genuflessione, convergente in un inchino alla terra madre.
Il terminale teorico di questo processo non è “l'Hortus Conclusus”, come geloso campo intellettuale dell'umanità e della stessa Artista, ma l'Hortus expansus, che sconfina in una visione olistica in cui ogni energia si evolve e trasforma.
Civiltà dissepolte e emergenti
“Visibilium“ è l’incanto dello stupore, la visione di chi ha bisbigli cromatici che scivolano dai pennelli, fra aliti sottili di brezze eterne; come sulle corde di un violoncello si intagliano miraggi … e gli stessi si trasformano in concretezza per menti di seta.
Ci parlerà allora Ipazia dalle finestre della storia, dissetata alle fonti celesti. Si rovescia lo specchio della Verità: chi sono gli Angeli, chi i Demoni?
Qui gli Angeli sono i Nunzi di novità e la terra è la poesia infinita nella soavità del creato, tale ad una elegia del “Cantico dei Cantici“.

Evoluzione è rivoluzione; una radice non solo semiotica, per seminare la creatività, ma anche semantica, dove i colori risuonano ed hanno forma di parola, come nelle poesie di Rimbaud: ne delineano i linguaggi.
I reperti ci comunicano l'anima dei popoli, con una sorta di simbolismo tattile e profondo, ritrovato in ogni opera pitto-scultorea della Guarnieri.
Trascendenze ed inarrestabili emulsioni nei tempi amniotici di ogni nascita di civiltà.
Imparare variazioni e trasformazioni sulle musiche dei tempi e tra voli di farfalle galattiche.
Sinfonie di afflati poetici, virtuosismi pitto-scultorei di “monoliti” lignei che ricordano la nostra Odissea umana, protesa là, dove tutto scorre, fin dai tempi di Eraclito e Parmenide, ma non perde mai la sua attualità, fino a raggiungere le porte di star gates cosmici.

Un confidente affidamento allo “spectaculum oculis" nel vedere e raggiungere con la fantasia, miriadi di mondi, di cose e reperti sonori, come le parole dei poeti, degli scrittori o spartiti musicali.
Armonie, melodie, sinfonie sul pianoforte dell'ETERNITA’ per noi: EREDI DEI POPOLI DI GAIA .

La pittrice Anna Maria Guarnieri Sulle orme degli Argonauti l'arte di
Anna Maria Guarnieri

Articolo della Prof.ssa Sandra Lucarelli Sandra Lucarelli

Non ci sorprende la terra, perché ci ha già rivelato ogni materia. La creta del mito erige le città e la leggenda fa da fondamenta. Dal libro aperto della storia passano i respiri delle epoche e le voci dei tempi lontani. Noi siamo come gli argonauti, alla ricerca del vello d'oro.
E' quanto ci dice Anna Maria Guarnieri, argonauta del terzo millennio, navigante e scopritrice di tecniche che le danno la gioia del creare. Gesso, sfoglie di rame e colore, per creare una tridimensionalità, una profondità di campo, bagaglio di un viaggio infinito dentro al vello d'oro del mistero che giunge fino a noi.
Scioglitrice di nodi gordiani, Anna Maria affianca la favola alla vita, là dove tutto è luce e ricordo che non si cancella. Con lei si va nelle La dinamica delle civiltàcittà accoglienti, veleggiando da sponda a sponda, là dove affiorano le memorie, per non dimenticare ogni radice. I toni forti e luministici accendono ancora di più la fantasia e corrono sempre sui fili dei pentagrammi, con note di preludio. L'oro si ritrova nelle sfoglie o nelle laccature, là dove girano le ruote del tempo e si posa la nostra Argonauta, quasi a trovar posa in una breve sosta del viaggio. Tuttavia la valigia è sempre pronta per tornare a veleggiare tra fiumi secolari, canali epocali e mari millenari. Quando l'approdo è avvenuto, si getta l'ancora, tra Egizi, o Vichinghi, ingraziandosi antichi dei, tra faraoni ed eroi del Walhalla. Le civiltà si spalancano e con esse i nostri occhi, aperti alle sorprese, stupiti dalla magia di quest'artista, perenne navigante di sogni.

La pittrice Anna Maria Guarnieri I poetici orfismi di
Anna Maria Guarnieri

Articolo della Prof.ssa Sandra Lucarelli Sandra Lucarelli

Le dinamiche olistiche del "Tutto-Uno", incidono sulle argomentazioni rappresentative della Guarnieri, tanto che i soggetti dell'artista, assumono connotati simbolici che i caldi colori tendono a consolidare nell'unità.
Evoluzione di nebra Il tempo ruota, come un grande ingranaggio, motore mobile di ogni azione.
"TEMPUS REGIT ACTUM" e così, in ogni società descritta e fermata sulle numerose tele dall'artista, le ere sfilano con i loro codici, leggi, costumi, diritti e le loro morali.
Nella proiezione cosmica della Guarnieri, potremmo osservare un immenso caleidoscopio che gira sull'enorme ruota di temporalità sommesse. Vettori direzionali permettono palindromi, come "ROTAS" o "SATOR" e tutto diventa poeticamente orfico e misteriosamente poetico. Le evocazioni riescono a Il tempo delle civiltà suggestionare ogni visione: Dei e Templari, fino a "Colui che è", Javè o Dio, "PATER NOSTER", nei secoli eterni. Anagramma da "penter sator", il viaggio nei simboli fa sì che gli stessi parlino con la nostra voce e si assimilino all'atto del fare, tra le colonne delle cattedrali. Tempo rettore degli atti, basamento di granito, stilobate per proiezioni di colonne, sviluppi portanti di epoche erette. La direzione dell'oltre-nauta sensibilizza questa artista, come una preghiera od una civile e laica invocazione di luce.